ALEX MARANGON: IN CORPO UN MIX DI SOSTANZE
Una svolta attesa da oltre un anno. Dopo mesi di incertezze e ipotesi, l’indagine sulla morte di Alex Marangon registra un’importante novità: potrebbe essere stato un mix di ayahuasca e cocaina a causare la caduta che gli è poi costata la vita.
Il 26enne barman di Marcon era scomparso nella notte tra il 29 e il 30 giugno 2024, durante un rito sciamanico all’interno dell’abbazia di Vidor, nel Trevigiano. Il suo corpo fu ritrovato due giorni dopo lungo il Piave, trascinato dalla corrente.
I risultati dei test tossicologici consegnati alla Procura di Treviso rivelano che Alex aveva nel sangue cocaina e ayahuasca, ma anche tracce residue di Mdma e cannabinoidi. Una combinazione che avrebbe scatenato in lui una violenta crisi psicotica.
Secondo i testimoni, poco dopo l’assunzione Alex era agitato, confuso. Parlava da solo, si era allontanato dagli altri. Poi, il tonfo. E l’assenza improvvisa. Nessuno ha visto la caduta, ma il corpo, trovato ai piedi dello strapiombo, ha raccontato il resto.
L'autopsia ha confermato gravi traumi compatibili con una caduta da oltre 15 metri: lesioni craniche e toraciche fatali. Tra le ipotesi iniziali anche quella del gesto violento, ma alla luce di queste novità la pista è considerata improbabile.
Le indagini dei carabinieri hanno evidenziato anche un altro dettaglio: nei giorni precedenti, Alex aveva cercato in rete informazioni sugli effetti dell’ayahuasca combinata con la cocaina.
Ora la Procura valuterà se cambiare l’ipotesi di reato da "omicidio volontario a carico di ignoti" a “morte in conseguenza di altro reato”, cioè l’uso di droghe. Oppure, potrebbe addirittura chiedere l’archiviazione.