BLACKOUT, E POI? IL PROBLEMA È L'ENERGIA SBAGLIATA
All'indomani del gigantesco blackout che ha messo in ginocchio la penisola iberica - Spagna, Portogallo e parte della Francia meridionale - rimangono diverse questioni in sospeso. La situazione energetica ora è tornata alla normalità, ma quanto accaduto, come ammesso dal commissario europeo all'energia, Dan Jorgensen, si tratta dell'incidente più grave degli ultimi vent'anni in Europa, per il quale anche Bruxelles avvierà un'indagine approfondita.
L'unica certezza, al momento, è che il maxi blackout non sia stato provocato da un attacco informatico alle installazioni del gestore iberico. Ma a riguardare certe immagini, viene davvero la pelle d'oca perché stavolta i film apocalittici sono arrivati alla realtà dei fatti.
Pedoni a regolare il traffico sotto i semafori spenti, persone in coda per prendere taxi che non arrivano, fermi i mezzi pubblici e la metropolitana, giù tutte le reti internet, e i cellulari vanno finchè hanno batteria sufficiente. Chiuse le porte con serratura elettronica e persone prigioniere dei loro stessi condomini, supermercati presi d'assalto da gente nel panico, ma solo a patto di avere contanti in tasca perché delle carte, nemmeno a parlarne. La più grande paura del rimanere abbandonati dal digitale, dalla tecnologia e dalle reti, oggi, ci ha mostrato la realtà davanti agli occhi: spegnere tutto non significa andare indietro di cent'anni, perché all'epoca la realtà quella era. Se questo accade oggi non funziona nulla, intorno a noi, e soprattutto non abbiamo un antidoto.
Dal punto di vista strettamente di sicurezza, quanto avvenuto in Spagna è un enorme campanello d'allarme: basta chiudere i rifornimenti di energia per mandare un intera nazione in tilt. Se qualcuno volesse farlo appositamente, qualunque sia il suo fine, evidentemente può provarci anche attaccando il cuore dell'Europa. Le prossime guerre, saranno guerre per il controllo delle reti, perché - lo abbiamo visto - queste sono diventate i cardini della nostra vita, sociale ma anche economica, e perciò anche i nostri punti deboli. Su cui, oltretutto, abbiamo lasciato che imperversasse la speculazione finanziaria, invece di preservarne integrità e sicurezza. Ma questo è un altro discorso.
Finchè la nostra energia arriverà da fuori, questo è il grave problema, chiudere i rubinetti sarà un gioco da ragazzi: è l'indipendenza energetica, che ci può salvare. E possibilità ne abbiamo eccome, dato che l'Italia sotto i suoi stessi piedi avrebbe tutto ciò di cui ha bisogno.