TICKET A VENEZIA, UNA PARTE DI CITTÀ NON CI STA
Nei giorni in cui Venezia comincia ad annunciare al mondo la rivoluzione del contributo d’accesso, che scatterà il 25 aprile, tutta un’altra fetta di città si prepara a far sentire la propria voce.
La voce di chi non ritiene che sia questa la misura corretta per salvare la città da un turismo così impattante da mettere a rischio la sopravvivenza stessa di Venezia
Decine di milioni di arrivi all’anno, come noto, non sono sostenibili. Ca’ Farsetti ha deciso di intervenire cercando di scoraggiare gli arrivi in giornata nelle date di solito più affollate. Chi arriverà da fuori Veneto per visitare in giornata il centro storico, in quelle date, pagherà 5 euro.
Secondo il Comune è la giusta modalità per ridurre gli arrivi senza inserire un vero e proprio numero chiuso.
Come detto, però, opposizioni in consiglio comunale e diverse associazioni sono contrarie al ticket: intanto perché viene vista come una mera modalità per fare cassa senza alcuna utilità nella regolamentazione dei flussi.
E poi perché l’esenzione per le isole minori incentiverebbe ancora di più ad andare a visitare le perle della laguna, che però a loro volta sono già sotto pressione.
Infine, a detta dei comitati e associazioni, grave rimane il pagamento di un biglietto per entrare in una "città-museo" o "parco divertimenti", così come il costringere i residenti a esibire le proprie generalità per poter vivere nella propria città o dover denunciare le visite di amici e parenti.
Per questo molti cittadini si ritroveranno in assemblea a San Leonardo il 23 aprile e poi, proprio il 25, giorno in cui scatterà il contributo d’accesso, manifesteranno nel centro della città.