PERDE L'APPIGLIO E PRECIPITA, MUORE UNO SCALATORE
Tutto è accaduto in un attimo fatale. Una perdita di appiglio ed è scivolato cadendo per 30 metri. Era un esperto alpinista Giuseppe Tararan, lo scalatore residente a San Pietro in Gù, nel padovano, che per una tragica fatalità ha perso la vita venerdì in val Canali, sulle Dolomiti mentre stava arrampicando da primo di cordata su Cima dei Lastei. La caduta è stata trattenuta dai due compagni di arrampicata: il figlio e un amico. L’allarme è scattato immediatamente e subito è stato attivato l’elisoccorso. Ad ostacolare i soccorritori, il maltempo e così ci sono volute diverse ore per raggiungere l’uomo sospeso nel vuoto che è spirato poco dopo. Questa tragedia riporta in primo piano un tema spesso sottovalutato: la montagna va affrontata con estrema attenzione. Ogni fine settimana migliaia di persone si avventurano in quota, ma la passione per l’alpinismo troppo spesso si accompagna a pericolosa leggerezza, basta un attimo, la propria preparazione sopra stimata, una pietra che si muove, il terreno scivoloso o il cambio improvviso del meteo per rovinare un’escursione. Ogni domenica sono decine e decine le richieste di intervento al suem 118 che chiamano in causa il soccorso alpino.
Il richiamo delle vette deve essere sempre accompagnato da prudenza, preparazione e consapevolezza e richiede attenzione e umiltà. Giuseppe lo sapeva bene, ed è forse questo il messaggio più forte che lascia.