URNE E DONNE ELETTE IN REGIONE: OBIETTIVO QUOTA 20
Per ben sei anni, dopo l'istituzione delle regioni e le prime elezioni territoriali, Rosetta Molinari fu l’unica donna eletta in Consiglio regionale veneto: eletta tra le fila del Partito Comunista nel 1970 nella circoscrizione padovana, rimase la sola e unica consigliera veneta in carica fino al 1976, anno in cui Giuseppina Dal Santo, democristiana vicentina, subentrò al dimissionario Luigi Rigon.
Nell'ultima legislatura, ormai agli sgoccioli, la quota rosa a Palazzo Ferro Fini è stata la più numerosa di sempre: ben 18 consigliere, sul totale di 49 eletti. L'obiettivo, per la coalizione rosa della regione, è superare questo record alle elezioni che si tengono domenica e lunedì in tutta la regione.
Le candidate, in questo senso, non mancano, e la loro presenza è garantita dalla legge: in tutte le liste elettorali, e in ogni provincia, è obbligatorio pareggiare il numero di candidati uomini e donne, che al massimo possono differire di una sola unità, e i nomi indicati nei manifesti devono obbligatoriamente essere indicati in maniera alternata, pena l'inammissibilità della lista alla contesa elettorale.
Regole che dunque garantiscono un'elevata rappresentanza di candidate in tutte le liste presentate: a queste elezioni regionali, il numero complessivo dei candidati al Consiglio è di 845, motivo per cui la rappresentanza femminile supera certamente le 400 unità. Dieci anni fa, quando il numero di candidati raggiunse il suo record storico (940 per ben 19 lista a concorrere) le donne candidate erano 420, e quelle elette furono però solo dieci. Cinque anni fa, nell'autunno del 2020, 341 erano le donne candidate, e 18 furono quelle elette: in sala consiliare, si sta chiudendo in queste ore la legislatura che ha contato più rappresentanti in rosa di sempre. Che quest'anno, però, punta ad essere battuta e a sfondare quota 20 consigliere regionali: sarebbe un nuovo record assoluto.