REDENTORE, IN 100 MILA PER LA NOTTE FAMOSISSIMA
È stata una notte magica e partecipata quella del Redentore, che ha visto oltre centomila persone invadere pacificamente calli, rive e acque di Venezia. Una tradizione antica, che ogni anno si rinnova tra fede e spettacolo, trasformando la città in un grande palcoscenico a cielo aperto.
Dopo l’apertura, venerdì sera, del ponte votivo, il clou si è vissuto nella giornata di sabato.
La festa, scattata già al mattino, senza sosta fino alle 23.30, tra musica, convivialità e qualche immancabile tuffo in laguna. Poi il silenzio, rotto dal primo boato: il segnale che ha dato il via allo spettacolo pirotecnico, quest’anno intitolato “Casanova e l’Amore”.
Il cielo veneziano si è acceso per 40 minuti con circa 6.000 fuochi d’artificio. Con il naso all’insù 30.000 persone sull’acqua, distribuite su oltre 4.000 barche ormeggiate nel Bacino di San Marco, e altre 45.000 a terra lungo le Zattere, Riva degli Schiavoni, la Piazzetta e la Giudecca.
A differenza degli anni precedenti, non si sono registrati incidenti gravi. L’unico momento di apprensione si è verificato intorno alle due di notte, quando una giovane è caduta in acqua tra il canale di Campalto e quello di Tessera. Immediato l’intervento dei vigili del fuoco, che dopo circa mezz’ora di ricerche sono riusciti a ritrovarla e trarla in salvo: spaventata, ma in buone condizioni.
I festeggiamenti si sono conclusi domenica con la Regata del Redentore, tre gare avvincenti nelle acque del Canale della Giudecca che hanno emozionato il pubblico presente. In serata, la messa presieduta dal patriarca Moraglia ha riportato l’attenzione sul significato più profondo della festa: il ricordo della liberazione dalla peste del 1577, che causò la morte di un terzo della popolazione veneziana. Un omaggio alla storia e alla resilienza di una città unica al mondo.