TRUMP SCARICA ZELENSKY E CERCA IL SUO SOSTITUTO
Trump e Zelensky non si sono mai amati, questo lo si sapeva, ma finora si erano cordialmente mal sopportati per ragioni diplomatiche e geopolitiche. Tuttavia, le ultime dichiarazioni di “The Donald” sembrano sancire il definitivo strappo nelle relazioni tra i due.
Sul suo social media “Truth”, il Presidente americano ha definito Zelensky “un comico di modesto successo”, ma soprattutto un “dittatore senza elezioni, che ha convinto gli Usa a spendere 350 miliardi di dollari per entrare in una guerra che non poteva essere vinta e che non avrebbe mai dovuto iniziare”.
Il tycoon ha poi rincarato la dose, millantando dati che mostrerebbero come la percentuale di gradimento del Presidente ucraino sia crollata ad un misero 4%.
Bordate, quelle del Presidente americano, che sembrano propedeutiche a preparare l’uscita di scena di Zelensky, inviso all’amministrazione Trump, in favore dell’ex generale Valery Zaluzhny, già comandante delle forze ucraine prima di essere rimpiazzato dal Presidente ucraino e spedito nel Regno Unito come ambasciatore.
Come già da svariate settimane a queste parte, le affermazioni di Trump hanno sollevato il solito vespaio. Il primo a reagire è stato il diretto interessato, Zelensky, che dopo aver accusato l’inquilino della Casa Bianca di vivere in una bolla di disinformazione russa ha tenuto a precisare che le sue percentuali di gradimento sono, secondo il Kiev International Institute of Sociology, pari al 57%.
La pericolosa deriva filorussa di colui che dovrebbe invece farsi garante della sovranità ucraina ha allertato anche gli alleati europei. Il più duro è stato il cancelliere tedesco Scholz, che ha definito le affermazioni a stelle e strisce “false e pericolose”, spalleggiato dal rivale della Cdu Merz, che ha parlato di “classica inversione tra vittima e colpevole”.
Ma anche negli Stati Uniti si levano cori di protesta. Tra tutti, un quotidiano solitamente conservatore come il Wall Street Journal ha criticato l’atteggiamento di Trump, ha ricordato al tycoon le atrocità commesse dal vero regime, quello di Mosca, ed ha condannato la politica di riabilitazione del vero dittatore, Vladimir Putin.
Se la Russia ha veramente “le carte in regola per partecipare ai colloqui di pace” come afferma Trump, secondo quali regole si sta giocando? Quelle del diritto internazionale, che vorrebbero far valere gli europei e l’Ucraina, oppure quelle della legge del più forte, come si auspicano Trump e Putin?