QUI ARCELLA: "CON LA ZONA ROSSA, TORNA LO STIGMA"
Dall'ufficio postale di via Tiziano Aspetti, nel pieno del quartiere dell'Arcella a Padova, alla casella postale del Quirinale, Roma. Mitte34nte: residenti e commercianti del quartiere padovano. Destinatario: il presidente della Repubblica. Dopo aver raccolto oltre 1300 firme in praticamente un mese, i comitati di cittadini e residenti arcellani contrari all'istituzione della zona rossa da parte della Prefettura passano all'azione, e inviano a Sergio Mattarella un plico con tutte le firme e le ragioni di chi vuol far sapere allo stato italiano che istituire una sorta di "stato di polizia", per un territorio è un'arma a doppio taglio. Si erano da sempre detti contrari, sin dal principio, perché la "zona rossa", per quanto i controlli delle forze dell'ordine siano condivisi e sempre necessari, rischia di mettere un ulteriore stigma su un quartiere, l'Arcella, che da anni cerca di scrollarsi di dosso una nomea che le è sempre stata affibbiata dall'esterno.
Nella missiva inviata al capo dello Stato non c'è la richiesta di intervenire in prima persona per far ritirare il provvedimento, si rischierebbe l'incidente diplomatico tra Quirinale e Viminale. Piuttosto però c'è la volontà di far conoscere e rivendicare le peculiarità di un quartiere vasto, e abitato da 40 mila abitanti. Una città nella città, che sta cercando di fare del suo essere popolare, multiculturale, vivo e giovanile un vanto, e non un vizio. E che dall'introduzione della "zona rossa", invece, ha visto di nuovo tornare quella nomea che i residenti stessi non si sentono addosso.