CAPORALATO E DEGRADO, SOSPESA ATTIVITÀ TESSILE
TREVISO - La Guardia di Finanza ha posto sotto sequestro due laboratori tessili di Istrana nel trevigiano al cui interno, secondo quanto riscontrato, operavano lavoratori stranieri richiedenti asilo o con permesso di soggiorno scaduto.
I militari hanno anche riscontrato varie irregolarità in materia fiscale, risalendo a sette diverse società alle quali le strutture imprenditoriali erano appartenute negli ultimi anni, e accertando pendenze verso l'erario per circa 2,2 milioni.
I locali sono inoltre risultati privi di misure di sicurezza, in particolare a protezione degli incendi, e alterati in modo da ricavare spazi dormitorio per gli addetti, ritenuti vittime di meccanismi di sfruttamento e di illeciti normalmente qualificati come caporalato. Gli amministratori sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Treviso.
A Lendinara in provincia di Rovigo gli uomini delle Fiamme Gialle hanno effettuato un blitz in un ristorante della località polesana, accertando la presenza di tre fra camerieri e pizzaioli "in nero", la cui assunzione non era stata comunicata al Centro per l'impiego.
I militari, oltre alla maxi-sanzione per le violazioni alla legislazione sociale, con importi che vanno dai 1.950 ai 11.700 euro per lavoratore, hanno inoltrato la comunicazione alla Direzione Territoriale del Lavoro di Rovigo per l'eventuale sospensione dell'attività imprenditoriale, poiché erano impiegati lavoratori in nero in misura pari o superiore al 10% del personale. Dall'inizio dell'anno in provincia di Rovigo sono stati eseguiti 14 interventi che hanno portato alla individuazione di 11 lavoratori irregolari o in nero, nei settori della ristorazione, autoriparazione, manifatturiero, pubblici esercizi e agricoltura.