PIAVE, ENNESIMA TRAGEDIA SFIORATA. ZAIA: ORA BASTA!
Ancora una volta, una tragedia lungo il corso del Piave, nel trevigiano. Questa volta, per fortuna, una tragedia solo sfiorata: è stato l'intervento tempestivo di due elicotteri dei Vigili del Fuoco e del Suem 118, a salvare la pelle di sette ragazzi che si erano avventurati su un isolotto a Fagarè, a San Biagio di Callalta, per cercare un po' di refrigerio nel fiume. E per l'ennesima volta, una piena improvvisa rischiava di trascinarli via: "Adesso basta, è ora di finirla con questa sfida al pericolo", ha esclamato, in maniera definitiva, il presidente della regione Luca Zaia.
La pericolosità e i rischi legati ai fiumi ormai sono cosa notissima, e basta leggere le pagine dei giornali delle ultime tre settimane in tutto il Veneto per capire, una volta per tutte, che in certi punti, dove la balneazione è vietata, i cartelli avvisano che il pericolo concreto è quello di morire.
E invece anche stavolta c'è stata una completa noncuranza, aggravata dal fatto che il maltempo sulle Dolomiti, lì dove il fiume si gonfia di acqua prima di scendere a valle, non era certo inaspettato.
I sette ragazzi - due cittadini pakistani e cinque del Bangladesh, di età compresa fra i 19 e i 42 anni - erano sull'isolotto a Ponte di Piave quando l'improvviso innalzamento del livello dell'acqua e la forte corrente hanno impedito loro di tornare a riva. Allertati, i soccorsi sono intervenuti con due elicotteri, e li hanno tratti in salvo col verricello, riportandoli a riva.
Da qui, l'ultimo accorato appello di Zaia: “Evitate comportamenti pericolosi. Non sfidate la natura", le parole del presidente del Veneto in una nota, "Ogni intervento di emergenza mobilita mezzi, uomini e risorse, e nei casi più gravi i soccorritori rischiano la vita. Non possiamo continuare a piangere tragedie che si potrebbero evitare con un minimo di buon senso".