DAZI: PER IL VENETO “TASSA” DA 4 MILIARDI
I nuovi dazi al 30% sui prodotti dell’Unione Europea annunciati da Trump, se dovessero entrare in vigore, costerebbero fino a quattro miliardi di euro alle imprese venete.
Le stime, annunciate dalla Cgia di Mestre, mettono in luce tutti i rischi per la nostra economia nel caso in cui il Presidente statunitense decidesse davvero di andare fino in fondo.
Alle mancate esportazioni si aggiungerebbe tutta una serie di costi indiretti: dall’aumento del costo delle materie prime fino alle ricadute sui mercati finanziari.
In Veneto il settore più penalizzato sarebbe quello agroalimentare: vino, olio, pasta e formaggi valgono 1 miliardo di euro all’anno di export. Un comparto che negli ultimi anni è risultato in continua crescita ma che ora rischia un pesante stop.
A livello territoriale, invece, le province più penalizzate potrebbero essere Vicenza e Belluno, territori che già erano in contrazione e da cui, per di più, partono due dei prodotti regionali più venduti negli Stati Uniti, ossia l’oro e gli occhiali.
Eppure il Veneto potrebbe risentirne meno rispetto ad altre regioni italiane. Secondo il Segretario della Cgia di Mestre, principalmente per tre motivi.
L’Europa ora ha 15 giorni di tempo per negoziare con Washington. Ma anche le istituzioni nazionali e locali, secondo gli artigiani mestrini, devono fare la loro parte: diversificare i mercati di sbocco e rilanciare i consumi interni, magari riducendo il peso delle tasse.
Misure che permetterebbero di attutire il tonfo nel caso in cui Trump tirasse dritto e introducesse davvero dazi del 30% sulle merci europee.