TRAFFICO DI OLI ESAUSTI:22 INDAGATI IN MEZZA ITALIA
Sono ventidue, le persone iscritte nel registro degli indagati, e due le società finite sotto la lente dei Carabinieri, nucleo tutela ambientale di Venezia, che dall’alba di mercoledì e in mezza Italia hanno sgominato un sodalizio criminale che dal veneto aveva mosso le sue ramificazioni, arrivando persino in Campania. Un’organizzazione che, secondo gli inquirenti, operava attraverso società autorizzate alla raccolta di oli vegetali esausti, traendo però ingiusti profitti dagli introiti derivanti dal trattamento e dalla rivendita degli scarti. Un rifiuto diventato oro, al giorno d’oggi: gli oli vegetali esausti, di produzione domestica, sono infatti la materia prima da cui si ricava il biodiesel, prodotto per i motori.
Le accuse – pesanti - sono associazione a delinquere, traffico illecito di rifiuti, favoreggiamento personale, falsità ideologica e abuso d'ufficio: i fatti di riferiscono ad un paio di anni fa, e si erano verificati tra Emilia-Romagna, Veneto, Trentino Alto-Adige e Campania.
Tra i 22 indagati, 11 persone sono state raggiunte da misure cautelari, tra cui cinque agli arresti domiciliari. Le perquisizioni e i sequestri, però, hanno volato anche oltre i confini italiani: gli indagati gestirebbero infatti attività economiche anche in Grecia e Spagna, e intrattenevano rapporti commerciali con Austria, Belgio, Ungheria, Bulgaria, Slovacchia, Malta e Libia. Per questo, l’inchiesta, per ricostruire i movimenti di denaro e arrivare agli arresti di queste ore, aveva coinvolto anche la Polizia Europea.