IL PIANO DI ISRAELE PER OCCUPARE (PER ORA) GAZA
Il governo israeliano, alla fine, ha approvato un piano per occupare Gaza City, nel nord della Striscia. La decisione, voluta dal primo ministro Benjamin Netanyahu, è stata avallata dal Gabinetto di Sicurezza.
A Gaza City vivono circa 800 mila persone, molte delle quali sono sfollati provenienti da altre zone della Striscia. Il piano prevede l’evacuazione della popolazione civile verso sud entro il 7 ottobre. Subito dopo, la città sarà circondata e messa sotto assedio, con l’obiettivo di eliminare i membri rimanenti di Hamas.
L’esercito israeliano controlla già circa il 75% della Striscia, ma finora aveva evitato di entrare nel resto, temendo per l’incolumità degli ostaggi israeliani.
Un’operazione che rischia di peggiorare la già drammatica situazione umanitaria. Non tutti i civili riescono o vogliono lasciare le loro case. L’evacuazione potrebbe anche mettere a rischio la vita degli ostaggi, esponendoli ai bombardamenti o a ritorsioni da parte dei loro carcerieri.
Solo la prima parte di un progetto ben più ampio, in ogni caso: Netanyahu ha dichiarato che Israele vuole occupare tutta la Striscia per distruggere Hamas, ma non intende governarla direttamente. La decisione è stata presa nonostante l’opposizione del capo dell’esercito e di buona parte dei vertici della sicurezza e dell’intelligence, secondo cui l’operazione non migliorerà la sicurezza di Israele. E anzi, costerà tantissimo: circa 18 milioni al giorno, almeno nella prima fase.
Al termine del lungo vertice, il gabinetto di sicurezza ha diffuso cinque princìpi per porre fine al conflitto: disarmo di Hamas, liberazione degli ostaggi, smilitarizzazione della Striscia, controllo israeliano della sicurezza e un governo locale che escluda sia Hamas sia l’Autorità Nazionale Palestinese.
L’occupazione israeliana della Striscia potrebbe durare almeno cinque anni. L’obiettivo è trasformare Gaza in una “piccola Cisgiordania”, dove Israele mantiene un controllo quasi totale. La Striscia potrebbe essere divisa in entità separate, con governi indipendenti e scollegati tra loro. Una strategia chiara: divide et impera.