OCCIDENTE NON È PIÙ AL CENTRO: PUÒ PARLARE DI PACE?
Che cosa possiamo fare, oggi, per provare a parlare di diplomazia e di pace in un mondo in cui stanno vacillando anche quelle certezze che da ottant’anni a questa parte sembravano granitiche? E soprattutto, quale ruolo può giocare l’occidente, e soprattutto la nostra Unione Europea, per provare ad arrivare ad una soluzione senza armi, ai nuovi conflitti in Medioriente? Se ne è parlato a Padova, venerdì mattina, nell’aula magna di palazzo del Bo, dove l’associazione PadovaLegge ha organizzato una tavola rotonda alla presenza del ministro della difesa, del presidente del comitato parlamentare per la sicurezza della repubblica, del procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo. “La pace
“La pace dev’essere il diritto di ogni popolo alla dignità e alla libertà”, ha detto la rettrice Mapelli, padrona di casa, in avvio dei lavori. “E la difesa dev’essere costruzione dei diritti e protezione della pace”. Da parte sua, il mondo accademico ha lanciato una grande ammenda al mondo politico italiano ed europeo: “Nel mondo è in atto un colpo di stato al diritto, l’Europa se vuole ritrovare se stessa non può sanzionare la Russia e lasciare perdere Israele che è un aggressore tale e quale”, ha esclamato Marco Mascia, il presidente del centro di ateneo per i diritti umani, “Non possiamo costruire la pace con la forza”, ha esclamato.
Ma come possiamo allora, conciliare posizioni che sembrano lontanissime per indicare una via al mondo che sta per costruirsi? Tutti, ormai, sanno che l’Europa, suo malgrado o forse anche per sua colpa, non ha più un ruolo di leader nei rapporti internazionali. Può dire la sua, perché storicamente ne ha facoltà e merito, ma niente di più. E deve provare allora a lavorare per costruire qualcosa di nuovo: un organismo terzo e al di sopra di tutti. La Nato era stata creata per unire il centro del mondo, che era l’Atlantico. Oggi però non può più giocare quel ruolo, perché la Cina è vicina, e il centro del mondo è il mondo stesso, ormai.